La fine di una storia

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Editoriale

 

Tra gli obiettivi che la Federazione dei veterinari europei (FVE) ha inserito nel piano strategico 2021-2025 c’è quello di seguire da vicino lo sviluppo delle nuove tecnologie, in particolar modo digitali, di valutare il progresso tecnologico, nonché l’etica e la deontologia, e analizzare come mitigare gli eventuali rischi. Questo perché, il mondo che ci circonda è sempre più digitale e la Medicina Veterinaria europea non può sottrarsi a questo adeguamento.

Tuttavia, la situazione digitale europea mostra delle grosse differenze da Paese a Paese e, seppur con rammarico, possiamo dire che l’Italia non fa di certo la parte del leone. Lo abbiamo potuto constatare con mano – o meglio, con i dati – dopo il lockdown dello scorso anno quando il nostro Paese ha subito un impatto economico maggiore rispetto ad altri Paesi europei. Il perché ci è stato subito mostrato dalle informazioni contenute nel Digital index (che riflette il livello di digitalizzazione dei Paesi membri della UE) che a giugno 2020 vedeva l’Italia al 25esimo posto su 28. La classifica della digitalizzazione 2021 non è stata ancora pubblicata e – anche se speriamo in una risalita dovuta all’accelerata che, volente o nolente, ci è stata imposta dalla pandemia in corso – non credo potremo aspettarci grandi passi in avanti. La situazione di certo non migliora quando si parla di Medicina Veterinaria, settore nel quale la digitalizzazione medica, organizzativa, dei servizi, nonché

della comunicazione, ha iniziato ad essere introdotta e sostenuta da alcuni medici veterinari, che ora stanno raccogliendo i primi frutti, ma che non sono certo la maggioranza.

Per affermare la validità e consolidare la insostituibilità della nostra professione, è necessario dirigere i nostri sforzi anche in questo ambito. Soprattutto in un tal momento.

È questo il monito e l’augurio per la Medicina Veterinaria che passa attraverso le righe dell’ultimo editoriale di Praxis Veterinaria – animali da compagnia che mi è dato l’onore e l’onere di scrivere essendo coordinatrice di redazione da ben più di tre lustri.

Praxis Veterinaria è stata pubblicata per la prima volta nel 1979 ed è nata da un’idea del Professor Giovanni Sali che a quell’epoca aveva avvertito l’esigenza, per la nostra categoria, di una rivista dal taglio pratico (praxis) che si rivolgesse al medico veterinario pratico; Bayer accolse e iniziò a finanziare la proposta e da allora la rivista è stata pubblicata a cadenza trimestrale e resa disponibile a titolo gratuito per i medici veterinari. Praxis Veterinaria, dapprima orientata a tutta la Medicina Veterinaria, nel corso degli anni ha subito delle modifiche: nel 2009 ha ridotto il target di riferimento divenendo Praxis Veterinaria – animali da compagnia, rivolta quindi al solo comparto degli animali da compagnia – mentre nel 2014, dietro la volontà di adeguarsi a un minore impatto ambientale e a una riduzione dei consumi, ha iniziato la sua diffusione solo nel formato digitale.

Oggi, le esigenze e le opportunità sono ancora cambiate e ulteriori mutamenti porterebbero a un eccessivo distaccamento dal progetto originale.

Praxis Veterinaria ha segnato un’epoca della Medicina Veterinaria e la sua redazione ha avuto da sempre la peculiarità di essere composta – dalla sua istituzione a oggi – sempre

e solo da medici veterinari che hanno amato la loro Professione e fortemente creduto in essa. Mi auguro che tutto ciò sia trasparito dalle nostre pagine.

Mi unisco alla redazione per ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione della rivista e, principalmente, tutti voi lettori (alcuni da tempi memorabili) che ci avete seguito, sostenuto e stimolato in tutti questi anni.

Entrando nel vivo di questo ultimo numero di Praxis Veterinaria – animali da compagnia, inizio presentando l’articolo di Roberta Sartori che descrive un caso di istiocitosi felina progressiva localizzata, un raro disordine istiocitario che ancor più raramente è stato descritto nel gatto. A seguire, un articolo del professor Donato Traversa con interessanti informazioni su un nuovo endectocida orale, per cani, che ha la caratteristica di essere ad ampio spettro, con un elevato profilo di sicurezza, efficace nel trattamento e nel controllo di numerosi parassiti interni ed esterni del cane, e facile da utilizzare nella pratica clinica.

E, per concludere, un contributo di Federica La Piana e Paola Dall’Ara su come affrontare, nel cane e nel gatto, il problema delle intolleranze e delle allergie alimentari.

Nelle rubriche, un contributo di Chiara Mariti fornisce consigli pratici per il contenimento dei pets durante la visita, nell’ottica di ridurre lo stress e alcune indicazioni per viaggiare con l’animale da compagnia a seguito della Brexit.

 

 

Buona lettura!

URSULA ONGARO

 
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